E adesso chiediamo qualità

Conclusosi il capitolo allenatore con la presentazione di Luciano Spalletti, è giunto il momento di puntare i fari sulla squadra. Le aspettative sono tante e le promesse assai troppo importanti per non essere considerate quindi c’è poco da dire, ormai contano solo i fatti. È necessario fare un mercato intelligente andando a colmare le lacune e migliorando i reparti dove è necessario fare il salto di qualità. Di recente il club ha lanciato l’hashtag #InterIsComing per annunciare il grande cambiamento al quale assisteremo nel corso dei prossimi mesi e noi vogliamo concedere ulteriore fiducia, sperando che questa volta mantengano le promesse.

 

Prima di tutto uomini di qualità

Fin da subito Spalletti ha ribadito il concetto di squadra e di appartenenza perché tutti hanno l’obbligo di remare dalla stessa parte, da vera squadra. Senza alcun dubbio confidiamo nell’allenatore toscano ma non sappiamo se riuscirà a cambiare il carattere e l’atteggiamento di certi elementi che, nel corso delle ultime stagioni, hanno dimostrato di non avere una mentalità sufficientemente adatta al nuovo progetto. Se non fosse chiaro, stiamo parlando della maturità in senso morale e mentale, non calcistico. L’Inter non ha bisogno di quattro scapestrati con il talento per il pallone bensì di professionisti, cioè di uomini seri e concentrati su quello che è il loro lavoro. Qui non stiamo cerando nuove bandiere (anche se ne avremmo davvero bisogno) ma di giocatori con almeno un briciolo di rispetto. Non importa se non baciano la maglia – possibilmente evitando il caso di Donnarumma – ma che siano seri e predisposti ad avere un atteggiamento propositivo al lavoro di gruppo e di conseguenza alla vittoria. Per le bandiere c’è tempo anche se sappiamo che difficilmente troveremo un nuovo Zanetti ma siamo sicuri che prima o poi arriveranno. Al momento ci basta un gruppo umile e mentalmente maturo per poter provare a costruire qualcosa di buono.

Marcelo Brozovic segue la partita dalla tribuna dopo esser stato messo fuori rosa da Frank de Boer.

 

Il primo giocatore da allontanare sarebbe Brozovic che non ha mai cambiato il suo atteggiamento strafottente e menefreghista nonostante il vano tentativo di recupero da parte della società. In un primo momento la dirigenza ha voluto andargli incontro rimettendolo in squadra dopo il provvedimento di Frank de Boer e come se non bastasse, qualche mese dopo è stato accontentato con un ritocco al suo ingaggio da 1,5 a 2,2 milioni di euro fino al 2021. Un altro giocatore che non sa stare al suo posto è di sicuro Éder, colpevole di aver rilasciato diverse dichiarazioni poco professionali e inadatte in un momento difficile del campionato; evidentemente non ha mai apprezzato il salto di qualità che l’Inter gli ha permesso di fare quando decise di acquistarlo dalla Sampdoria… e per fortuna non ha ancora chiesto il rinnovo contrattuale. A proposito di rinnovi, anche Medel ha avuto il coraggio di chiedere un ritocco al suo ingaggio nonostante non sappia nemmeno il nome dello stadio in cui gioca ogni domenica ma non possiamo penalizzarlo per questo, semmai possiamo parlare dei suoi enormi limiti tecnici. Lo stesso discorso vale anche per Kondogbia ma non siamo così sicuri di perdonargli la recentissima svista pubblicata sui social proprio dal francese in cui si è mostrato senza problemi con la maglia del PSG. E poi c’è chi invece ha dimostrato (almeno a parole) di tenere alla maglia cioè Icardi ma siamo sicuri che Spalletti non si faccia scrupoli ad allontanarlo se dovesse avere qualche atteggiamento poco consono rispetto al valore della fascia che porta al braccio, simbolo sacro per i tifosi nerazzurri che non perdoneranno mai le sue gaffes, come nel caso delle indecenti parole riportate sulla sua biografia.

 

E ovviamente giocatori di qualità

Purtroppo nel calcio non conta solo la testa e non possiamo limitarci ad avere solo bravi ragazzi perché quelli che ti fanno fare il salto di qualità sono i fuoriclasse. Sì, sappiamo cosa stai pensando e anche secondo noi sarebbe perfetto se trovassimo un giocatore con entrambe le peculiarità ma tanto per cominciare potremmo accontentarci di avere il giusto equilibrio in squadra piuttosto che in un solo giocatore. Ormai da anni dobbiamo patire la presenza di giocatori mediocri che non hanno mai portato risultati, infatti la causa principale del ciclo negativo post 2011 è proprio l’assenza di talento in una buona maggioranza dei giocatori in rosa. Il giocatore che meglio rappresenta questo disagio è Yuto Nagatomo che dal 2011 ci rende ridicoli in Italia con i suoi errori, ovviamente limitandoci al confronto nella nostra nazione perché in Europa non ci siamo praticamente mai andati. Non riusciamo proprio a comprendere chi difende cotanta mediocrità e non riusciamo proprio a capire cosa vedono gli altri in un giocatore che al massimo potrebbe giocare in una squadra di metà classifica dove sicuramente non guadagnerebbe 1,3 milioni l’anno.

Nagatomo sbaglia il rinvio, regalando così l’assist a Callejon che porta in vantaggio il Napoli a San Siro.

 

La grinta e la resistenza di Medel non possono colmare i suoi enormi limiti tecnici che a centrocampo si fanno sentire tantissimo e secondo il nostro modesto parere, il cileno non può essere considerato come titolare. Nel nostro centrocampo è prioritario avere a disposizione giocatori più tenici, con un ottimo controllo palla, magari con un buona visione di gioco e che sappiano effettuare passaggi e lanci precisi, possibilmente con due piedi. Se la logica di mettere in campo Medel sia l’utilità difensiva, è il caso che vada migliorato il reparto difensivo andando a risolvere il problema alla radice ed evitando così di sottrarre un giocatore al centrocampo che, nella maggior parte dei casi, dovrebbe essere qualitativo. Un altro dramma è l’investimento Kondogbia, il più grande errore che la dirigenza potesse fare negli ultimi anni considerando l’onerosissimo costo del suo cartellino pari a 31 milioni più bonus e il suo pesantissimo ingaggio, il secondo più pagato a circa 3,5 milioni l’anno. Il francese non ha un ruolo ben definito e non torna utile in nessuna delle due fasi di gioco, anzi complica la situazione per le sue grosse lacune. Non sono da meno giocatori come Biabiany, il cui nome sarebbe difficile da accostare a qualunque squadra di alta classifica, stesso discorso vale per Ansaldi rivelatosi un grandissimo flop. Santon non pervenuto a causa dei suoi continui e inspiegabili infortuni e Andreolli non classificato. Tutt’altro discorso è l’incomprensibile involuzione di Murillo sul quale in pochi avrebbero scommesso. Da giugno è rientrato anche Ranocchia (2,4 milioni annui) dopo la breve e poco fortuna esperienza in Premier League.

Data la disastrosa stagione, nessuno dovrebbe essere considerato incedibile e dunque non c’è motivo di affrontare singolarmente ogni trattativa in uscita perché ogni giocatore può essere sostituito senza alcun problema. Allo stesso modo, non giudicheremo in largo anticipo i prossimi arrivi perché vogliamo fidarci delle scelte della dirigenza contando sul ruolo di Spalletti e sulla supervisione di Sabatini. Tra l’altro questa volta è davvero difficile intuire quali saranno le mosse di mercato della dirigenza nerazzurra e senza complicarci la vita, tireremo le somme di questa sessione di mercato soltanto a fine agosto ovvero nel momento in cui si avrà un bilancio completo di questo grande cambiamento che il Suning ha promesso. Dall’anno scorso avevamo anticipato grandi colpi di mercato previsti per questa sessione ma non abbiamo intenzione di acclamare le folli spese ma la qualità dei giocatori che vestiranno la nuova maglia dell’Inter.